sifilide

La sifilide, nota anche come morbo gallico, è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale causata dal batterio Treponema Pallidum, appartenente all’ordine delle spirochete. Questo batterio, identificato nel 1905 da Fritz Schaudinn e Erich Hoffmann, appare al microscopio come un piccolo filamento a forma di spirale.

Come viene indicato dall’Istituto Superiore di Sanità, si tratta della malattia sessualmente trasmissibile di tipo batterico più diffusa dopo la clamidia e la gonorrea.

Oltre alla trasmissione sessuale, tuttavia, come afferma il Dott. Izzo, il contagio può avvenire da madre a feto durante la gravidanza attraverso la placenta, causando sifilide congenita con possibili malformazioni in diversi organi e sistemi del corpo.

Secondo dati statistici recenti forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stima che ogni anno nel mondo vengano diagnosticati circa 6 milioni di nuovi casi di sifilide. La prevalenza è maggiore tra i giovani adulti e nelle popolazioni con alto rischio di esposizione, come uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) e lavoratori del sesso.

Non è una malattia da prendere sottogamba, anzi una diagnosi accurata e un piano terapeutico idoneo sono fondamentali per evitare effetti e conseguenze non solo sul breve periodo, ma anche a lungo termine.

Modalità di trasmissione e sintomi

La sifilide si trasmette principalmente attraverso il contatto sessuale con una lesione infetta. Qualsiasi tipo di rapporto intimo può essere a rischio, per cui è importante utilizzare il preservativo, soprattutto se si hanno incontri occasionali con più partner.

Può anche essere trasmessa da madre a figlio durante la gravidanza o il parto, come specificato poc’anzi. Inoltre, la sifilide può essere trasmessa al neonato anche tramite l’allattamento. Bisogna quindi prestare attenzione ad eventuali manifestazioni per tutelare se stessi e i propri cari.

I sintomi variano a seconda dello stadio della malattia e possono non essere immediatamente evidenti, facilitando così la trasmissione inconsapevole.

Stadi della Sifilide

Sifilide Primaria

La sifilide primaria si manifesta tra 10 e 90 giorni dopo l’infezione (mediamente 20 giorni) con la comparsa di una singola ferita indolore (sifiloma o chancre) o multiple pustole nel punto di infezione.

Cerchiamo brevemente di delineare l’identikit del sifiloma.

  • Forma e dimensioni: Di solito è una lesione rotonda o ovale, piccola (meno di 2 cm di diametro), con bordi netti.
  • Aspetto: Ha una base indurita e un aspetto non doloroso, il che la rende spesso poco evidente, specialmente se situata in zone interne del corpo.
  • Sede: Compare nel punto di ingresso del batterio, che può essere la zona genitale, anale, orale o altre parti del corpo coinvolte nel contatto sessuale.

Durante il primo periodo, il batterio si moltiplica localmente nel sito d’ingresso, che è solitamente rappresentato da mucose genitali, anali, orali o cutanee.

Il sifiloma dura tipicamente da 3 a 6 settimane e tende a guarire spontaneamente senza cicatrici, anche in assenza di trattamento. Tuttavia, la guarigione del sifiloma non indica l’eliminazione dell’infezione, ma piuttosto la progressione alla fase successiva della malattia.

Durante la sifilide primaria, i linfonodi regionali (vicini al sito dell’ulcera) tendono a ingrossarsi (linfoadenopatia). Questi sono di solito indolori, mobili e gommosi alla palpazione. L’ingrossamento dei linfonodi può persistere per alcune settimane dopo la guarigione del sifiloma.

La diagnosi di sifilide primaria si basa su:

  • Esame clinico: Identificazione del sifiloma e dei linfonodi ingrossati.
  • Test di laboratorio: Esame diretto del fluido prelevato dal sifiloma tramite microscopia in campo oscuro per visualizzare il Treponema pallidum. Test sierologici (come il VDRL e il RPR) possono essere negativi nelle prime fasi, ma diventano positivi successivamente.

Sifilide secondaria

La sifilide secondaria rappresenta una fase avanzata dell’infezione da Treponema Pallidum, ed è caratterizzata da una varietà di sintomi sistemici e cutanei. Questa fase si manifesta settimane o mesi dopo la scomparsa del sifiloma della sifilide primaria, se l’infezione non viene trattata.

La sifilide secondaria può svilupparsi, infatti, da due settimane a sei mesi dopo la fase primaria, con una media di sei-otto settimane. In questo stadio, il batterio si diffonde attraverso il corpo tramite il sangue, causando una serie di sintomi generalizzati.

Uno dei segni distintivi della sifilide secondaria è un’eruzione cutanea diffusa, che può presentarsi in vari modi che indichiamo di seguito.

  • Macchie rossastre o brune: Solitamente non pruriginose, possono apparire su palmi delle mani e piante dei piedi, nonché su altre parti del corpo.
  • Condilomi lattei: Lesioni molli e umide che possono comparire in aree umide del corpo come genitali e regioni perianali.
  • Lesioni mucose: Ulcere indolori o placche mucose possono svilupparsi all’interno della bocca, della gola o della regione genitale.

Oltre all’eruzione cutanea, la sifilide secondaria può causare una serie di sintomi sistemici che includono: febbre, linfoadenopatia, mal di gola, alopecia areata, malessere generale, cefalea, mialgia e perdita di peso.

Per diagnosticare la sifilide in questo stadio si procede con l’identificazione delle caratteristiche lesioni cutanee e mucose, insieme ai sintomi sistemici. Inoltre, si effettuano test non treponemici (come VDRL e RPR) e test treponemici (come FTA-ABS e TPHA) per confermare la presenza dell’infezione.

Con un trattamento adeguato, la sifilide secondaria può essere curata con successo. Tuttavia, senza trattamento, la malattia può progredire verso lo stadio latente e successivamente alla sifilide terziaria, con gravi complicazioni che possono includere danni a organi interni, sistema nervoso e cardiovascolare.

Sifilide latente e terziaria

La sifilide latente e la sifilide terziaria rappresentano le fasi avanzate dell’infezione da Treponema Pallidum, con la sifilide latente caratterizzata dalla presenza del batterio senza sintomi evidenti e la sifilide terziaria manifestante complicazioni gravi e potenzialmente fatali.

La sifilide latente è una fase dell’infezione in cui il paziente non presenta sintomi clinici visibili, ma il batterio è ancora presente nel corpo. Questa fase può durare anni e si suddivide in due sottotipi:

  • Latente precoce: Entro un anno dall’infezione iniziale. Il rischio di trasmissione è ancora presente.
  • Latente tardiva: Oltre un anno dall’infezione. Il rischio di trasmissione è ridotto, ma non nullo.

La sifilide latente viene diagnosticata attraverso test sierologici che rilevano la presenza di anticorpi contro il Treponema Pallidum. I test non treponemici (VDRL, RPR) e treponemici (FTA-ABS, TPHA) risultano positivi.

La sifilide terziaria è la fase avanzata e più grave dell’infezione, manifestandosi anni o decenni dopo l’infezione iniziale. Questa fase può colpire diversi organi e sistemi corporei, causando danni irreversibili.

La sifilide terziaria si presenta in varie forme, ciascuna con sintomi e complicazioni specifiche che andremo a indicare nell’elenco sottostante.

  • Gomma sifilitica: lesioni granulomatose che possono formarsi sulla pelle, nelle ossa, nel fegato e in altri organi. Queste lesioni possono ulcerarsi e causare danni significativi.
  • Sifilide cardiovascolare: Coinvolgimento dell’aorta, con possibile aneurisma aortico e insufficienza valvolare aortica.
  • Neurosifilide: Complicanze neurologiche che possono insorgere già nello stadio secondario, ma più comuni nel terziario. Si manifesta con meningite cronica, tabes dorsalis, paralisi generale progressiva, che può causare demenza, paralisi, cecità e problemi motori.

La diagnosi di sifilide terziaria si basa su una combinazione di esami clinici, test sierologici e, nei casi di neurosifilide, esame del liquido cerebrospinale (CSF).

Sifilide congenita

La sifilide congenita, come abbiamo anticipato in precedenza, è trasmessa dalla madre al feto, con un alto rischio di morte in utero o nascita con gravi complicazioni se la madre è infetta. I sintomi nei neonati possono essere assenti alla nascita ma comparire successivamente, causando gravi problemi di sviluppo se non trattati adeguatamente.

Trattamento della sifilide

Dal 1943, la sifilide può essere curata con successo grazie alla penicillina, scoperta da Fleming, Abraham e Chain. Il trattamento standard prevede l’uso di Penicillina G-benzatina. In caso di allergia, si utilizzano antibiotici alternativi. La terapia è più efficace se iniziata precocemente e varia in durata e dosaggio in base allo stadio della malattia.

Cosa fare se si sospetta di avere la sifilide

Se si sospetta di avere la sifilide, o se ci sono stati rapporti con un partner infetto è fondamentale consultare immediatamente un medico per una diagnosi e trattamento tempestivo. La sifilide non trattata può avere conseguenze gravi a lungo termine, tra cui danni permanenti agli organi e addirittura la morte. Le persone infette devono informare i propri partner sessuali, che potrebbero aver bisogno di test e di un adeguato trattamento.

Per qualsiasi dubbio o informazione sulla sifilide, contatta il Dott.Izzo o prenota una videoconsulenza.

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