tumore

Il carcinoma uroteliale delle alte vie urinarie è una neoplasia rara che interessa l’epitelio di transizione delle vie urinarie superiori, comprese le papille, i calici, la pelvi renale e gli ureteri. Questa patologia, sebbene meno comune rispetto al carcinoma uroteliale della vescica, rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica per la sua presentazione clinica spesso subdola e per la tendenza alla multifocalità.

La comprensione dei meccanismi di insorgenza e progressione di questo tumore, così come dei fattori di rischio associati, è essenziale per un approccio clinico efficace. In questa trattazione, analizzeremo le caratteristiche principali della patologia, i fattori predisponenti, l’evoluzione clinica e le modalità di trattamento, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.

Le vie urinarie alte e basse

Le vie escretrici si distinguono in basse (vescica e uretra) e alte vie (papille, calici e pelvi renale insieme con gli ureteri).

Le alte vie urinarie sono fondamentali nel processo di raccolta e trasporto dell’urina dai reni alla vescica e sono rivestite da un particolare tipo di membrana nota con il nome di urotelio, o epitelio di transizione.

L’urotelio e il carcinoma uroteliale

L’urotelio, spiega il Dottor Izzo, Urologo e Andrologo a Napoli, è un tipo speciale di tessuto epiteliale che riveste le vie urinarie e svolge una funzione protettiva contro gli agenti irritanti presenti nelle urine. Il tumore dell’urotelio, detto più frequentemente “carcinoma uroteliale”, può svilupparsi in qualsiasi tratto delle vie urinarie. Tuttavia, la localizzazione più comune è nella vescica, a causa della sua funzione di serbatoio urinario e dell’esposizione prolungata agli agenti nocivi.

Secondo studi recenti, i tumori uroteliali si manifestano tipicamente dopo i 40 anni, con un picco di incidenza attorno ai 65 anni. La frequenza del carcinoma uroteliale varia notevolmente in base a fattori geografici e ambientali, con una maggiore incidenza nei Paesi industrializzati.

Incidenza del carcinoma uroteliale nelle alte vie urinarie

Il carcinoma uroteliale rappresenta uno dei tumori più frequenti, posizionandosi tra i primi quattro dopo quelli alla prostata, al seno, al polmone e al colon-retto. Tuttavia, i tumori delle alte vie urinarie sono relativamente rari, rappresentando solo il 5-6% di tutti i casi di carcinoma uroteliale. L’incidenza è stimata in circa 2 casi ogni 100.000 abitanti all’anno, con una maggiore prevalenza nel sesso maschile (rapporto maschio/femmina di 3:1).

Nei prossimi paragrafi cercheremo di approfondire quali sono i fattori di rischio e i dettagli sull’evoluzione e le manifestazioni cliniche della malattia.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio includono il fumo di sigaretta, che aumenta il rischio di carcinoma uroteliale da 2 a 7 volte. Inoltre, l’esposizione a sostanze chimiche presenti in industrie come concerie, chimiche, tessili e petrolchimiche è stata associata a un rischio maggiore. Recenti ricerche hanno evidenziato anche il ruolo di agenti come ciclofosfamide, analgesici e tinture per capelli. Circa il 10-15% dei casi presenta una predisposizione genetica, evidenziando la possibile influenza di fattori ereditari.

Evoluzione e manifestazioni cliniche

Il carcinoma delle alte vie urinarie può portare a una dilatazione delle vie urinarie a monte del tumore, causando condizioni come idronefrosi o ureteroidronefrosi. Questo tipo di carcinoma è spesso multifocale: fino al 40% dei pazienti presenta lesioni che si sviluppano in più punti delle vie urinarie. Questo fenomeno è attribuibile all’esfoliazione delle cellule tumorali che, rimanendo in sospensione nelle urine, si impiantano in altre aree.

La progressione del tumore può comportare l’invasione di strati più profondi dell’urotelio, fino a raggiungere la muscolatura e, nei casi più avanzati, la sierosa. La diffusione metastatica interessa tipicamente il fegato, le ossa, i polmoni e l’intestino.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi precoce del carcinoma uroteliale è cruciale per migliorare le prospettive di trattamento. L’ematuria (sangue nelle urine) è il segno clinico più frequente e deve essere attentamente indagata. La diagnosi si avvale di esami di imaging, come l’URO-TC, spesso seguiti da ureteroscopia con biopsia. L’esame citologico delle urine consente inoltre di rilevare cellule tumorali in sospensione.

Il trattamento del carcinoma delle alte vie urinarie dipende dallo stadio della malattia. La nefroureterectomia, che consiste nell’asportazione del rene, dell’uretere e del tratto di vescica attraversato dall’uretere, rappresenta la terapia standard nei casi avanzati. Per i tumori superficiali, la chirurgia conservativa tramite ureteroscopia o accesso percutaneo può essere un’opzione in casi selezionati.

Conclusione

Il carcinoma uroteliale delle alte vie urinarie rappresenta una sfida clinica a causa della sua rarità e delle difficoltà diagnostiche. La comprensione dei fattori di rischio e delle modalità di diffusione, insieme alla disponibilità di tecniche diagnostiche avanzate, è fondamentale per ottimizzare gli approcci terapeutici e migliorare la prognosi dei pazienti.

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Carcinoma delle vie urinarie alte
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Carcinoma delle vie urinarie alte
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Il carcinoma uroteliale delle alte vie urinarie è una neoplasia rara che interessa l'epitelio di transizione delle vie urinarie superiori, comprese le papille, i calici, la pelvi renale e gli ureteri. Questa patologia, sebbene meno comune rispetto al carcinoma uroteliale della vescica, rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica per la sua presentazione clinica spesso subdola e per la tendenza alla multifocalità. La comprensione dei meccanismi di insorgenza e progressione di questo tumore, così come dei fattori di rischio associati, è essenziale per un approccio clinico efficace. In questa trattazione, analizzeremo le caratteristiche principali della patologia, i fattori predisponenti, l’evoluzione clinica e le modalità di trattamento, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.
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