La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato uro-genitale maschile. Ha la forma di una castagna situata sotto la vescica, in stretta contiguità con il retto. La ghiandola prostatica è fondamentale per la funzione riproduttiva dell’uomo.
La prostata svolge tre importanti funzioni:
- funzione escretoria: produce il fluido spermatico, che serve a nutrire gli spermatozoi nel momento in cui si dirigono nel corpo femminile per fecondare gli ovociti maturi;
- funzione eiaculatoria: la ghiandola prostatica incorpora in sé i dotti eiaculatori, che permettono di riversare lo sperma nel canale uretrale, e da quest’ultimo all’esterno;
- funzione urinaria: la prostata avvolge l’uretra e, pertanto, può essere causa di ostruzione al flusso urinario.
Rimozione della prostata: la prostatectomia in caso di tumore
Il tumore alla prostata è la forma più comune di cancro negli uomini, ma fortunatamente negli ultimi anni sono stati fatti progressi significativi nella diagnosi precoce e nel trattamento. Uno dei trattamenti più efficaci e diffusi per il tumore alla prostata consiste nella rimozione totale della ghiandola prostatica, conosciuta come prostatectomia radicale. Questa procedura chirurgica, sebbene impegnativa, può offrire risultati promettenti nella lotta contro il cancro prostatico.
La prostatectomia radicale: una soluzione definitiva
La prostatectomia radicale è un’operazione chirurgica che comporta la rimozione completa della ghiandola prostatica, inclusi i tessuti circostanti e i linfonodi. Questa procedura può essere eseguita in diversi modi, tra cui l’approccio laparoscopico o robotico, ma l’obiettivo principale rimane sempre quello di eliminare completamente il tumore e prevenire la sua diffusione ad altre parti del corpo.
La prostatectomia, spiega il Dottor Izzo, Urologo e Andrologo a Napoli, è un’operazione che può curare il cancro alla prostata laddove il cancro stesso è limitato alla sola ghiandola prostatica.
La prostatectomia radicale, come detto poc’anzi, comporta l’asportazione totale della prostata. Si esegue con diverse tecniche:
- A cielo aperto: ormai è un approccio obsoleto, si pratica attraverso un’incisione ombelico – pubica o, alternativamente, attraverso un approccio trans perineale, ovvero mediante una incisione tra anone scroto. È un approccio invasivo, richiede tempi di degenza più lunghi ed è associato a maggior morbilità, come aumento del rischio di sanguinamento.
- Nella prostatectomia laparoscopica, i chirurghi eseguono diverse piccole incisioni sulla pancia. Gli strumenti chirurgici e una telecamera vengono inseriti attraverso le incisioni e la prostatectomia radicale viene eseguita dall’esterno del corpo. Il chirurgo visualizza l’intera operazione su uno schermo.
- Prostatectomia laparoscopica assistita da robot: vengono praticate piccole incisioni sulla pancia, come nella prostatectomia laparoscopica regolare. Un chirurgo controlla un avanzato sistema robotico di strumenti chirurgici dall’esterno del corpo. Un’interfaccia ad alta tecnologia consente al chirurgo di effettuare movimenti del polso naturali grazie a uno schermo 3D durante la prostatectomia radicale. Si tratta, ormai, del GOLD STANDARD terapeutico. Link di approfondimento: https://www.studiomedicoizzo.it/prostatectomia-radicale-robot-assistita-rarp/.
Rischi dell’intervento di rimozione della prostata
Ci si chiede spesso quali siano le conseguenze della rimozione della prostata. La prostatectomia radicale presenta un basso rischio di gravi complicanze. La morte o la grave disabilità causata dalla prostatectomia radicale sono esiti estremamente rari. Nonostante a seguito dell’intervento di rimozione della prostata ogni uomo possa tornare alla propria vita regolarmente, non si possono non citare alcuni effetti collaterali dell’intervento:
- disfunzione erettile: a causa della compromissione di arterie e nervi, si ha un ridotto flusso di sangue che non permette una completa erezione. I problemi con l’erezione sono quindi comuni dopo la prostatectomia. Tuttavia, la maggior parte degli uomini è in grado di avere rapporti sessuali dopo la prostatectomia grazie all’uso di medicinali per la disfunzione erettile. Più giovane è l’uomo, migliore è l’attività sessuale prima dell’intervento, maggiore è la possibilità di mantenere la potenza sessuale dopo la prostatectomia. Spesso è necessario un periodo di riabilitazione del pene (leggi anche: Erezione dopo prostatectomia);
- assenza di eiaculazione: durante l’intervento si ha l’asportazione delle vescicole seminali, contenitrici del liquido seminale;
- problemi di incontinenza: potrebbero sorgere solo sotto sforzi fisici (sollevamento pesi, starnutendo o tossendo). Oltre il 95% degli uomini di età inferiore ai 50 anni infatti riesce a mantenere la continenza.
Altre complicanze della prostatectomia radicale includono:
- Sanguinamento dopo l’operazione
- Perdite urinarie
- Coaguli di sangue
- Infezione
- Cattiva guarigione della ferita
- Ernia inguinale
- Restringimento dell’uretra, che blocca parzialmente il flusso di urina
Vantaggi della rimozione totale della prostata
La rimozione totale della prostata offre numerosi vantaggi per i pazienti affetti da tumore prostatico. In primo luogo, consente di eliminare completamente la fonte del cancro, riducendo così il rischio di recidiva. Inoltre, sarà possibile eseguire un esame istologico con conseguente stadiazione patologica della malattia (capire esattamente tutte le caratteristiche biologiche della neoplasia).
Inoltre, dopo la Prostatectomia radicale, se necessario, può essere eseguita anche la Radioterapia.
La precisione della tecnologia moderna
Grazie ai progressi nella tecnologia chirurgica, la rimozione totale della prostata è diventata sempre più precisa ed efficace nel tempo. L’uso di robot e strumenti laparoscopici consente ai chirurghi di eseguire l’intervento con maggiore precisione, riducendo al minimo il danno ai tessuti circostanti. Questo porta a una ripresa più rapida e a una riduzione delle complicanze postoperatorie.
Considerazioni post-operatorie
Dopo una prostatectomia radicale, i pazienti devono affrontare un periodo di recupero che può variare da persona a persona. Durante questo periodo, è essenziale seguire le indicazioni del medico per una corretta riabilitazione. Questo può includere la partecipazione a programmi di riabilitazione pelvica per migliorare il controllo vescicale e riprendere gradualmente le normali attività fisiche.
Approcci multidisciplinari per il trattamento
La rimozione totale della prostata non è l’unica opzione per il trattamento del tumore alla prostata. Spesso, i medici adottano approcci multidisciplinari che combinano la chirurgia con la radioterapia, la terapia ormonale o la chemioterapia, a seconda delle specifiche esigenze del paziente. Questo approccio mirato può massimizzare l’efficacia del trattamento e migliorare le prospettive di guarigione.
Cosa fare dopo la prostatectomia radicale
Riportiamo di seguito una serie di domande e risposte relative ai dubbi più frequenti nei pazienti che devono andare incontro a un intervento di rimozione della prostata.
Quando si rimuove il catetere?
Sia che sia stata eseguita con tecnica Robot-assistita che laparoscopica o a cielo aperto, il paziente viene dimesso con catetere vescicale che, nella stragrande maggioranza dei centri urologici, viene rimosso dopo 7-10 giorni.
E’ buona norma, spiega il Dottor Izzo, Urologo e Andrologo a Napoli, eseguire una cistografia retrograda e minzionale prima della rimozione del catetere al fine di confermare l’avvenuta guarigione dell’anastomisi vescico-uretrale.
È possibile perdere urina alla rimozione del catetere?
Si, alla rimozione del catetere è necessario, molto spesso, dover indossare un pannolone o un salva slip e essere istruiti sugli esercizi da eseguire, da subito, per un pronto recupero della continenza.
Posso avere rapporti sessuali dopo l’intervento?
L’intervento di prostatectomia radicale, come noto, può avere un impatto molto importante sulla funzione erettile. È necessario iniziare, da subito, un percorso riabilitativo presso un andrologo.
Quando è possibile avere rapporti sessuali dopo la prostatectomia?
Appena ci si sente fisicamente pronti a sostenere un rapporto sessuale.
I punti cadono da soli?
E’ buona norma utilizzare per la cute dei fili di sutura riassorbibili. Se non dovessero essere utilizzati, tali punti possono essere rimossi dopo circa 7-10 giorni.
Se mi viene la febbre alta (>38°C) a casa, dopo essere stato dimesso o dopo aver rimosso il catetere cosa devo fare?
E’ necessario contattare il centro urologico di riferimento. Nella stragrande maggioranza dei casi, alla rimozione del catetere, riposizionando il catetere e iniziando la terapia antibiotica si risolve la febbre. Può essere necessario eseguire un’ecografia dell’addome o una TAC al fine di escludere altre cause (linfocele, ematomi, etc) che possono essere alla base di tali sintomi.
Dopo quanto tempo posso mangiare dopo l’intervento?
Oggi, con i protocolli di pronto recupero, il paziente si mobilizza e mangia già a partire dal giorno dopo l’intervento.
Cosa mangiare?
La dieta può essere libera; tuttavia, nelle prime due settimane e comunque fino alla completa regolarizzazione della funzione intestinale, è buona norma evitare cibi pesanti.
Quanti giorni dura il ricovero?
Solitamente, specialmente con la chirurgia mini-invasiva, la degenza è di 2-3 notti.
Fa male rimuovere il catetere?
Si avverte certamente un po’ di fastidio, ma il senso di liberazione prevale su tutto.
Il drenaggio chirurgico non mi è stato rimosso alla dimissione, perché?
A volte, specialmente in seguito all’asportazione di molti linfonodi, può essere necessario lasciare in sede il drenaggio anche per più giorni. Il monitoraggio delle perdite e l’aggiornamento dell’equipe sono fondamentali per valutare la rimozione del drenaggio in sicurezza.
Dopo si deve fare la radioterapia?
In alcuni casi, purtroppo, è necessario fare radioterapia: dipende dall’esito istologico e dall’andamento del PSA nel post-operatorio.
È normale che esca sangue nelle urine?
Si, nel post operatorio è possibile avere sangue nelle urine, ma ciò non deve spaventare in quanto molto spesso si autolimita e non è causa di anemizzazione.
In caso di disfunzione erettile severa, c’è una cura?
Assolutamente si, va seguito un percorso personalizzato di recupero della funzione sessuale.
Si possono avere figli dopo la prostatectomia?
NO, almeno non naturalmente in quanto la prostata produce il liquido seminale. Una volta rimossa, non vi sarà più l’eiaculazione. L’orgasmo invece è preservato.
Conclusioni
La rimozione totale della prostata tramite prostatectomia radicale rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il tumore prostatico. Questa procedura offre vantaggi significativi per i pazienti, tra cui una maggiore possibilità di guarigione e un miglioramento della qualità di vita. Grazie ai progressi nella tecnologia e all’approccio multidisciplinare al trattamento, sempre più uomini affetti da tumore prostatico possono affrontare la malattia con fiducia e speranza per il futuro.